Il Monumento
L’abbazia di San Nazzaro Sesia è un complesso formato da strutture di diverso periodo storico. Le parti più antiche sono la torre campanaria, sorta come torre di avvistamento, e le due ali del nartece antecedente la facciata, ovvero ciò che rimane del quadriportico costruito intorno al 1150, poco dopo la data di fondazione dell’abbazia stessa (1040). I tagli dovuti all’abbattimento degli altri due lati sono ancora oggi chiaramente visibili.
Il nartece è quasi interamente costituito da pietre del fiume Sesia disposte a spina di pesce in modo tale da aumentarne al solidità . La malta stessa è stata ottenuta da materiali rinvenuti sul posto, nei pressi del fiume Sesia. Probabilmente era in origine adibito ad “hospitalis”, serviva cioè come luogo di riposo e ristoro per i viandanti ed i pellegrini, che sappiamo essere stati numerosissimi in epoca medievale, ed inoltre aveva la funzione di ospitare i catecumeni, quelle persone cioè non ancora battezzate che non potevano accedere alle funzioni religiose cristiane: al centro di questo quadriportico vi era infatti – quasi sicuramente – un catino per battezzare queste persone, come si può intuitivamente dedurre dai canaletti di scolo per le acque scoperti durante i restauri degli anni ’60.
La torre campanaria

Per gentile concessione di Enrico Engelmann
La torre campanaria è una possente opera costruita con l’utilizzo di sole pietre e malta nella parte bassa e con l’introduzione dell’uso del mattone nella parte alta. E’ una possente struttura cava di 35 metri circa suddivisa in sei specchiature secondo i criteri stilistici romanici.
La poderosa costruzione a sezione quadrata, staccata dalla chiesa a nord-est, sorge direttamente dal terreno come nelle antiche e più importanti chiese. Le pareti esterne, in corrispondenza delle specchiature, sono decorate da serie di archetti pensili. Per circa un terzo la torre si innalza con spigoli perpendicolari al terreno: inizia quindi una lieve rastremazione (riduzione di sezione) che si conclude alla sommità su cui sono stati posteriormente costruiti dei beccatelli.
In origine non vi era copertura, la costruzione serviva unicamente per avvistare spostamenti di gruppi di persone a grande distanza: è di rilevante importanza far notare che dalla torre si possono vedere sia Novara sia Vercelli ed inoltre l’importante guado “del Dovesio” sul fiume Sesia. La copertura è opera di pochi secoli fa.
Il Chiostro
Il chiostro è quattrocentesco: questa costruzione viene realizzata per completare la struttura di una tipica abbazia medievale nella quale il “claustrum” aveva la funzione di distribuire la vita quotidiana dei monaci benedettini che vi risiedevano. Sicuramente vi erano le celle individuali, un refettorio ed una cucina comuni, forse una sala capitolare, e vasti locali per la raccolta dei prodotti agricoli, secondo quanto prescritto dalla regola benedettina.
Architettonicamente è stato realizzato in almeno due fasi: la prima, quella del lato nord, immediatamente a ridosso della realizzazione della chiesa del XV secolo, e la seconda, sempre nel corso del 1400, comprendente la realizzazione degli altri 3 lati. E’ una struttura con volte a crociera sostenute da contrafforti e da eleganti pilastri ottagonali in muratura. L’intero chiostro era in origine completamente affrescato su più livelli. Ora rimane una minima parte di quegli affreschi che in gran parte il tempo, in parte errati interventi di recupero e conservazione, hanno irrimediabilmente danneggiato.

Per gentile concessione di Bruno Barbero.
La Chiesa
La chiesa, interamente ricostruita intorno al 1450 ad opera dell’abate Antonio Barbavara, è una tipica costruzione a capanna, suddivisa internamente in tre navate. La ricostruzione è avvenuta sui resti della primitiva chiesa del 1100, chiesa, molto più piccola dell’attuale – la soglia si trovava circa nella mezzeria delle navate – in quanto tra l’ingresso dell’attuale chiesa e la soglia della chiesa antica vi era, molto probabilmente, un quadriportico simile a quello di cui rimangono ancora oggi due lati, ovvero l’attuale nartece. Le funzioni di questa costruzione erano molto probabilmente le stesse del chiostro di cui sopra si è parlato.

Per gentile concessione di Enrico Engelmann
Le volte sono a crociera nello stile tipico delle costruzioni religiose del periodo di passaggio tra lo stile romanico e quello gotico. Queste sono sostenute da possenti contrafforti addossati ai muri perimetrali e da eleganti colonne polìstile in mattoni a vista. Le colonne erano state ricoperte da una decorazione in finto marmo che è stata rimossa durante i restauri degli anni ’70 del secolo scorso. Così facendo è stata tolta anche la malta sita al di sotto del finto marmo con il risultato che i mattoni a vista si sono irrimediabilmente rovinati. Oggi queste colonne sono ricoperte da un altro stato di malta intonacato, su cui sono stati disegnati in bianco i contorni dei mattoni, con un discreto effetto decorativo.

Per gentile concessione di Alessandro d’Alfonso
L’abside è leggermente fuori asse rispetto l’intera chiesa e questo è dovuto al fatto che, durante la costruzione dell’attuale, l’abside venne edificata rispettando l’antico asse cosicchè, per collegare questa al quadriportico più esterno, si dovette usare un asse non parallelo a quello dell’abside. Altri lavori di restauro sono stati effettuati nella parte absidale nel 1997: questa presentava ancora la pavimentazione originale del 1400, su un piano ribassato rispetto all’attuale che fu sopraelevato con una struttura in metallo e legno, a causa di infiltrazioni d’acqua. I lavori sono consistiti nel riempimento della ‘fossa’ in modo da uniformare la pavimentazione in tutta quanta la chiesa. Si può tuttavia ancora ammirare una parte dell’antica pavimentazione nella sacrestia dove, al posto della pavimentazione su di un piano più alto è stata collocata una grata di ferro.
La cinta muraria
Altra costruzione architettonica rilevante è la cinta di mura che circonda l’intero complesso. E’ una costruzione poderosa, massiccia anche se non è mai stata utilizzata a scopo difensivo, come si potrebbe pensare. Contrariamente alla torre campanaria, che è stata eretta intorno al 1050, in epoca medievale, periodo di travagliati scontri e battaglie campali tra città vicine – come Novara e Vercelli -, questa “fortificazione” è stata ultimata prima della fine del 1400, in un’epoca cioè priva di sconvolgimenti politici ma caratterizzata da un clima di generale serenità e pace nelle nostre terre. La motivazione per cui è stata realizzata la cinta muraria Sannazzarese può essere uno sfoggio di prestigio: va fatto notare che in quel periodo storico l’abbazia toccava il culmine del proprio splendore: era, in tutta quanta la regione, l’abbazia con il più alto reddito ed era addirittura indipendente dalla diocesi – di Vercelli – e sottostava direttamente agli ordini di Roma. Con un azzardato paragone è un po’ la situazione che si aveva nelle grandi città nello stesso periodo: i signori più ricchi e potenti si sfidavano a far mostra di sé nella costruzione di palazzi sempre più grandi ed imponenti, basti pensare ad esempio alle grandi famiglie di Firenze. La cinta corre attorno all’intero perimetro e le mura sono interamente percorribili a piedi. Alla sommità presentano una merlatura di tipo ghibellina – siamo in terre che erano soggette al dominio degli imperatori tedeschi, Biandrate ne era una delle ultime roccaforti – ed esisteva anche un ponte levatoio, non più esistente, che era situato in faccia al portale della chiesa, un po’ spostato sulla sinistra, oggi inglobato nelle costruzioni della parte privata. Agli angoli dei quattro lati perimetrali esistevano quattro piccole torri conservatesi fino ai giorni nostri. All’interno di quella a nord-ovest è stata oggi ricavata l’entrata al complesso, non essendo più esistente il passaggio in corrispondenza del ponte levatoio.